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Quando a Robert Aumann, Nobel per l’economia nel 2005 per i suoi studi sulla teoria dei giochi, è stato chiesto dal pubblico quali previsioni potesse fare circa l’andamento della finanza mondiale, il grande matematico ha ammesso onestamente di non poter dire a proposito nulla più di quanto potrebbe dire un qualsiasi uomo della strada.
[...]Gli errori del positivismo scientista, i concetti di razionalità limitata e di dispersione dell’informazione, l’impossibilità di pianificare l’economia da parte di qualsiasi autorità politica, per quanto dotata di strumenti raffinati e calcolatori potenti, sono temi cari agli “austriaci”, che ora tornano prepotentemente alla ribalta di fronte a uno dei più grossi fallimenti non solo della finanza ma anche della teoria economica.
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