02/12/08

L'eterna lotta Razionalità vs Creatività ?


Educazione scientifica o letteraria? Quando la Filosofia aveva la lettera maiuscola non c’era distinzione ed il filosofo era scienziato, matematico , glottoteta, diplomatico, musicista, pittore, scultore, bibliotecario e avvocato. Il loro ruolo era "atomico" cioè indivisibile ed unico nell’applicare tutti i possibili linguaggi di interpretazione della natura.

Analizzando queste apparenti antinomie si arriva fino a pensare che può essere una buona idea dividere anche fisicamente il cervello umano con lo stesso criterio, guarda caso binario, in due parti l’una logico-razionale cioè sequenziale, analitica, deduttiva e l’altra intuitiva-olistica cioè sintetica, globalizzante, induttiva.
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Siamo poi sicuri che questa lotta sia così eterna? o forse è più un prodotto della cultura romantico/rinascimentale, retaggio recente di una filosofia che non riesce a confrontarsi con la natura?
Non serve uno specialista per constatare che lo studio del latino e del greco sono trainanti nello studio della matematica e della geometria.
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Eppure un tempo queste forme di pensiero rappresentavano semplicemente due linguaggi per descrivere la percezione della realtà, il Filosofo era allo stesso tempo matematico, naturalista, letterato, scenziato ed artista. Sembra quindi che, in queste menti eccezionali, i due emisferi non fossero poi così nettamente divisi ma saldamente connessi da un corpo calloso particolarmente sviluppato in grado di garantire un elevato grado di integrazione tra razionalità e arte.
Per questo Cartesio e Leibniz sono oggi chiamati "Razionalisti" e Platone e Aristotele riconosciuti come i fautori della “Filosofia della matematica”.
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Ovviamente l’arte miete a piene mani nella scienza sopratutto nella matematica e nella geometria e così in coro la matematica e la geometria promettono di descrivere il bello la proporzione e l’armonia. Nascono così i concetti di Sezione aurea, teoria dei colori, armonia universale da un lato e opere di autori come Bach, Esher e Dante dall’altro, solo per citarne una limitata parte.

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