10/12/08

La matematica non è un’opinione

“Qual è la citazione più frequentemente sentita sulla matematica?”
“La matematica non è un’opinione”.
[...]
Viene usata quasi sempre per tacitare e per imporre, e non viene quasi mai usata da chi conosce davvero la matematica. Se qualcuno sta sbagliando un calcolo, può essere sbeffeggiato da altri che quel conto non hanno sbagliato, ma difficilmente viene redarguito dagli amanti, dilettanti o professionisti che siano, della matematica: loro sanno benissimo che sbagliare i conti è facilissimo.
[...]
A parziale discolpa del luogo comune che prevede non essere opinione la matematica, c’è da dire che, come al solito, la citazione originale era più restrittiva e un po’ meno arrogante, visto che era coniugata in modo congiuntivo e retta da un modesto “ritengo…”. Eccola:

“Per me, tutte le opinioni sono rispettabili ma, ministro o deputato, ritengo che l’aritmetica non sia un’opinione”.

La frase non corre i rischi usuali delle traduzioni, perché fu pronunciata proprio in italiano, nel Novembre 1879, da un deputato che era anche stato Ministro delle Finanze. Questo spiega sia l’inciso “ministro o deputato” del testo, sia perché la frase incriminata sia tuttora molto pronunciata in Italia ma non all’estero. Leggendola si scopre con sorpresa che inopinabile non è tutta la matematica, ma solo l’aritmetica; ma per capire come mai alla Camera dei Deputati si tranciassero giudizi sulla disciplina dei numeri, occorre fare un piccolo passo indietro, e scoprire che al centro della discussione non c’erano affatto i numeri naturali o la proprietà distributiva, ma piuttosto il pane e la farina.
Il 21 Maggio 1868, il giovane parlamento del giovane Regno d’Italia discusse ed approvò una legge destinata a restare famosa: legge che venne poi promulgata il 7 Luglio del medesimo anno, per diventare operativa il 1° Gennaio 1869. Si trattava della famosa e impietosa tassa sul macinato, una sorta di vestigio medievale riportato alla vita dal novello stato unitario, che imponeva di pagare direttamente nelle mani dei mugnai 2 lire per ogni quintale di grano portato a macinare, 1 lira e 20 centesimi per ogni quintale di avena, 80 centesimi per quintale di mais, e così via per ogni altro tipo di granaglie che necessitasse della ruota del mulino.
[...]
Se scoprire nelle pieghe della storia improbabili parentele tra i sistemi di tassazione e i luoghi comuni sulla matematica può sembrare singolare, è solo perché abbiamo poca familiarità con le sorprendenti caratteristiche degli uomini. Ci si può sforzare di studiarli e comprenderli, ma è inevitabile che si finisca con il catalogarli sotto qualche etichetta semplificatrice che quasi mai riesce davvero a descriverli pienamente. Ad esempio, è insolito immaginarsi uno dei massimi poeti romantici d’Inghilterra come un marito insicuro in grado di abbandonare la moglie dopo un anno di matrimonio con tanto di figlioletta nata appena un mese prima, eppure è esattamente quello che fece Lord George Gordon Byron.
La giovane signora abbandonata si chiamava Anne Isabelle Milbanke.
[...]
La piccola figlia del poeta aveva nome Augusta Ada, e il suo cognome era ovviamente Byron; ma, da grande, avrebbe sposato il signor King, diventando così la contessa di Lovelace:
Augusta Ada Byron King, contessa di Lovelace

Leggi articolo per intero su rudimatematici-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it

Nessun commento: